Diritto del lavoro
L’Avv. Claudia Lantieri, esperta avvocato di diritto del lavoro, assiste in modo completo i clienti nel corso del rapporto di lavoro dalla sottoscrizione del contratto alla risoluzione dello stesso, nonché nei casi di contestazioni disciplinari e violazione dei diritti e dei doveri delle parti.
La professionista affianca il datore di lavoro per le questioni relative alla risoluzione del rapporto di lavoro con un dipendente quali l’intimazione del licenziamento per giusta causa, per giustificato motivo soggettivo od oggettivo, così come si occupa di verificare la correttezza del licenziamento del lavoratore con relativa impugnazione in caso di violazioni di norme. Non meno importanti sono i casi di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con la necessaria redazione di accordi che prevedano l’inserimento di clausole tombali, nonché la buona uscita in favore del dipendente, accordi che verranno poi sottoscritti in sede protetta.
Vengono anche sottoposti allo studio casi relativi alle procedure disciplinari da seguire per inviare sanzioni ai lavoratori da parte dell’imprenditore in caso di inosservanza delle norme relative al rapporto di lavoro, nonché la contestazione delle sanzioni disciplinari da parte del lavoratore se irrogate in modo pretestuoso. Spesso i clienti si rivolgono all’Avvocato Claudia Lantieri per verificare se la retribuzione applicata o l’inquadramento siano conformi alle mansioni del dipendente e chiarire se vi possono essere soluzioni adatte per chiedere al datore di lavoro di riparametrare tali elementi, ovvero se è necessario agire per il demansionamento.
Se hai bisogno di tutela contatta lo studio e chiedi maggiori informazioni.
Esplora il settore di tuo interesse
Domande frequenti
L’impresa si può rivolgere ad un avvocato del lavoro per procedimenti disciplinari, licenziamento, richieste di pagamento, infortuni. Il dipendente deve rivolgersi ad un avvocato esperto del lavoro nel caso in cui abbia ricevuto la lettera di licenziamento o una contestazione disciplinare, oppure nel caso in cui ritenga di essere vittima di mobbing.
Il datore di lavoro che licenzia un dipendente deve versare il cosiddetto Ticket Naspi ovvero un importo pari al 41% del massimale mensile Naspi per ogni 12 mesi di anzianità nel posto di lavoro negli ultimi 3 anni. Se il rapporto di lavoro è durato meno di 12 mesi tale ticket dovrà essere proporzionato al numero di mesi lavorati. Nel 2023 il massimale è pari ad euro 1.470,99, quindi il 41% è pari ad euro 603,11 da moltiplicare per ogni anno di lavoro prestato sino ad un massimo di 3 anni.
Se ti dimetti non hai diritto alla Naspi tranne in alcuni casi particolari. I lavoratori hanno diritto alla Naspi se hanno dato le dimissioni durante il periodo di maternità o paternità. Per la madre 300 giorni prima del parto fino al compimento dell’anno di vita da parte del figlio. Per il padre durante il congedo di paternità obbligatorio e fino al primo anno di vita del bambino.
Se non ti presenti sul posto di lavoro senza aver giustificato la tua assenza il datore di lavoro può licenziarti in tronco. Quasi tutti i contratti collettivi di lavoro prevedono infatti il licenziamento per giusta causa nel caso in cui il lavoratore non si presenti al lavoro per un certo numero di giorni.
Durante il rapporto di lavoro a tempo indeterminato puoi essere licenziato per giusta causa, per giustificato motivo oggettivo o soggettivo. Non puoi essere licenziato per motivi discriminatori quali sesso, religione o scelte politiche.
Se ritieni di essere vittima di mobbing puoi richiedere i danni al tuo datore di lavoro, ma devi dimostrare una serie di elementi: gli atti e i fatti discriminatori che sono stati compiuti nei tuoi confronti, la durata e ripetizione nel tempo, i danni che hai subito in seguito a questi comportamenti, il nesso di causalità tra i fatti e i danni.
Provare il tutto non è semplice ma dovrai farti aiutare da un avvocato esperto di lavoro.
Prima di iniziare una causa nei confronti del datore di lavoro per mobbing devi procurarti una serie di documenti medici che accertino quali danni hai subito. Successivamente sarà opportuno rivolgersi ad un medico specializzato in mobbing che accerti che le condotte poste in essere dal datore di lavoro o dai colleghi hanno causato lo stato di malessere psico-fisico.
La contestazione disciplinare è una comunicazione con la quale il datore di lavoro indica al lavoratore quali comportamenti dallo stesso assunti hanno violato i doveri contrattuali previsti nel rapporto di lavoro. Se hai ricevuto una contestazione disciplinare e ritieni che quanto scritto nella lettera sia errato, devi rivolgerti con urgenza ad un avvocato esperto per contestarla.
In linea generale durante il periodo di prova sia il lavoratore sia il datore di lavoro possono recedere dal contratto senza alcun preavviso e senza dover versare alcuna penale. In pratica i Giudici si sono intrattenuti sulla questione del libero recesso da parte del datore di lavoro e sulla sua legittimità. Per questo motivo è necessario rivolgersi ad un avvocato esperto in diritto del lavoro per sapere quali possono essere le conseguenze.
Se sei un dipendente privato il datore di lavoro deve versarti il TFR entro 60 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. In alcuni casi il versamento può essere successivo ma entro l’anno dalla fine del rapporto. Per conoscere i tuoi diritti è opportuno che tu ti rivolga ad un avvocato esperto di diritto del lavoro.