Infortunio in smart working e risarcimento
Con l’evoluzione del lavoro agile (smart working) negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia di COVID-19, molte aziende e lavoratori hanno abbracciato questa modalità che offre flessibilità e un migliore equilibrio tra vita privata e professionale. Tuttavia, l'introduzione dello smart working ha sollevato questioni relative alla sicurezza sul lavoro, poiché l’ambiente domestico non è considerato un "posto di lavoro" tradizionale. Ma cosa succede in caso di infortunio durante lo smart working? Viene tutelato il lavoratore? In questo articolo esploreremo le tutele legali per i lavoratori da remoto e come evitare problematiche legate agli infortuni.
Infortunio sul lavoro: la normativa di riferimento
In Italia, il sistema di tutela in caso di infortunio sul lavoro è regolato dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008), che stabilisce obblighi sia per i datori di lavoro che per i lavoratori. Tradizionalmente, la sicurezza sul lavoro riguarda ambienti fisici di lavoro come uffici, cantieri, fabbriche o negozi. Tuttavia, con l'introduzione dello smart working, la normativa ha dovuto adattarsi a un nuovo scenario.
Con circolare nr. 48 del 2 novembre 2017 l’INAIL ha chiarito l’ambito di applicazione della Legge 22 maggio 2017, n. 81 in caso di lavoro agile affermando che: “La disciplina introdotta dal capo II della legge 22 maggio 2017, n. 81 individua nel lavoro agile una modalità flessibile di lavoro subordinato rispetto all’orario e al luogo della prestazione lavorativa che, per la parte resa fuori dai locali aziendali, è eseguita senza una postazione fissa, che comunque comporta l’estensione dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali. Infatti, lo svolgimento della prestazione di lavoro in modalità agile non fa venir meno il possesso dei requisiti oggettivi (lavorazioni rischiose) e soggettivi (caratteristiche delle persone assicurate) previsti ai fini della ricorrenza dell’obbligo assicurativo, rispettivamente, dagli articoli 1 e 4, n. 1) del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124”.
Nel caso di infortunio sul lavoro durante lo smart working, la prima questione da chiarire riguarda l’ambito di applicazione delle tutele. Un infortunio sul lavoro è definito come un incidente che avviene durante lo svolgimento di attività professionali, anche se queste avvengono fuori dall’ambiente tradizionale di lavoro.
Sicurezza nel lavoro da remoto: chi è responsabile?
L’assenza di un ambiente fisico definito come ufficio non esonera il datore di lavoro dall’obbligo di garantire la sicurezza del lavoratore. Infatti, lo smart working non implica una riduzione delle tutele, ma richiede la responsabilità di entrambe le parti: datore di lavoro e lavoratore.
- Obblighi del Datore di Lavoro: Il datore di lavoro ha il dovere di fornire strumenti adeguati, formazione specifica e di garantire la sicurezza del lavoratore anche se quest'ultimo lavora da remoto. Ciò include la valutazione dei rischi anche nell’ambiente domestico, sebbene non sia sempre facile monitorare le condizioni di lavoro a distanza.
- Obblighi del Lavoratore: Il lavoratore, dal canto suo, deve rispettare le misure di sicurezza fornite dal datore di lavoro e segnalare eventuali problematiche relative alla postazione di lavoro a casa, come malfunzionamenti degli strumenti o situazioni che potrebbero comportare rischi per la salute.
Infortunio durante lo Smart Working: quando è coperto dall'INAIL?
L'INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) è l’ente che tutela i lavoratori in caso di infortunio sul lavoro, e la copertura è estesa anche ai lavoratori in smart working. Affinché un incidente avvenuto durante lo smart working sia considerato un "infortunio sul lavoro" e quindi coperto dall'INAIL, deve essere verificato che:
- L'infortunio sia accaduto durante l’orario di lavoro: L’incidente deve essere avvenuto durante l’orario lavorativo concordato. Se il lavoratore svolge un’attività extra-lavorativa (ad esempio, cucinare o fare una passeggiata), l’incidente non sarà coperto dall’INAIL.
- L’infortunio sia collegato all’attività professionale: L’incidente deve essere direttamente correlato all’attività lavorativa. Ad esempio, un infortunio avvenuto mentre si risponde a una telefonata di lavoro o si partecipa a una videoconferenza è un caso di infortunio sul lavoro.
Indennizzo per infortunio in itinere durante il permesso
Un recente caso del Tribunale di Milano (sentenza del 17 luglio 2024) ha stabilito che una lavoratrice in smart working, che ha subito un infortunio durante un permesso per motivi personali (mentre andava a prendere la figlia a scuola), ha diritto a un indennizzo da parte dell'INAIL. Il Tribunale ha sottolineato che il lavoratore, anche quando si allontana dall'azienda per fruire di un permesso o di una pausa, è comunque tutelato, in quanto il nesso con l'attività lavorativa non è interrotto. La legge, infatti, prevede che i permessi retribuiti siano riconosciuti come diritto del lavoratore, in equilibrio con l'interesse del datore di lavoro alla produttività.
Già precedentemente La Corte di Cassazione con sentenza nr. 18659 del 2020 aveva precisato che il lavoratore è tutelato ogni volta che si allontani dall'azienda per fruire di pause, riposi o permessi, e vi faccia ritorno al termine di tali sospensioni dell’attività lavorativa. Tale tutela si fonda sul principio dell'identità ontologica delle diverse forme di sospensione, che non devono essere considerate come momenti in cui si interrompe la continuità della protezione giuridica del lavoratore. In altre parole, non può configurarsi un "vuoto di tutela" durante i periodi in cui il lavoratore si allontana dalla sede aziendale per usufruire di diritti legati all’esecuzione della prestazione lavorativa, come le pause o i permessi.
I permessi retribuiti, che possono essere concessi solo in situazioni specifiche previste dalla legge o dai contratti collettivi, sono una delle forme di sospensione dell’attività lavorativa riconosciute dall'ordinamento. L'ordinamento giuridico ha operato un bilanciamento tra gli interessi in gioco, riconoscendo la preminenza di diritti costituzionalmente garantiti del lavoratore, come la salute e il benessere psicofisico, rispetto all’interesse del datore di lavoro alla continuità della produzione. Pertanto, il lavoratore non perde la tutela in caso di allontanamento temporaneo dalla sede aziendale per fruire dei permessi, poiché la legge tutela anche questi momenti come parte integrante dell’attività lavorativa.
Come tutelarsi in caso di infortunio durante lo Smart Working
Per evitare problematiche in caso di infortunio, è fondamentale seguire alcune precauzioni. Ecco i principali accorgimenti per tutelarsi quando si lavora da remoto:
- Accordo di Smart Working: È fondamentale che il datore di lavoro e il lavoratore stipulino un accordo di smart working. In questo documento devono essere specificati gli orari di lavoro, le modalità di lavoro e le misure di sicurezza. Questo accordo serve anche a chiarire le responsabilità di entrambe le parti, in caso di incidente.
- Valutazione dei rischi nell’ambiente domestico: Il datore di lavoro deve fornire al lavoratore la possibilità di effettuare una valutazione dei rischi anche nel contesto domestico, suggerendo soluzioni per migliorare l’ergonomia e ridurre i rischi di incidenti.
- Formazione sulla Sicurezza: È essenziale che il lavoratore riceva una formazione adeguata sulla sicurezza, che comprenda anche le specificità del lavoro da remoto. Questo può includere la gestione dell’ergonomia (posizione della scrivania, sedia, schermo, ecc.) e l'uso corretto degli strumenti tecnologici.
- Controllo e supporto da parte del datore di lavoro: Il datore di lavoro deve garantire che le postazioni di lavoro siano sicure, anche se a distanza. Ciò potrebbe includere la fornitura di strumenti adeguati o l’indicazione di come creare un ambiente di lavoro sicuro e funzionale.
- Segnalazione degli infortuni: Nel caso di un infortunio, è essenziale che il lavoratore segnali tempestivamente l’incidente al datore di lavoro e all’INAIL. Il lavoratore ha il diritto di ottenere il riconoscimento dell'infortunio e la copertura delle spese mediche, se l’incidente è avvenuto durante l’attività lavorativa.
Conclusioni
In sintesi, lo smart working ha cambiato il modo in cui lavoriamo, ma non ha ridotto le tutele legali per i lavoratori in caso di infortuni. Le normative italiane sulla sicurezza sul lavoro si applicano anche a chi lavora da remoto, a condizione che vengano rispettate le necessarie misure di sicurezza. Per tutelarsi in caso di infortunio, è fondamentale che il datore di lavoro e il lavoratore abbiano un accordo chiaro, seguano le indicazioni sulla sicurezza e segnalino tempestivamente gli infortuni all'INAIL. Solo in questo modo sarà possibile garantire un ambiente di lavoro sicuro, anche quando si lavora da casa.