Trasferimento del minore dopo la separazione
Cosa succede se un genitore decide di cambiare città o regione dopo la fine di una relazione? Il trasferimento del minore dopo la separazione è una delle questioni più spinose nel diritto di famiglia. Cambiare residenza non è una scelta libera del genitore collocatario, ma richiede il consenso dell'altro o l'autorizzazione del Giudice.
In questa guida analizziamo i limiti legali, il diritto di opposizione e l'orientamento del Tribunale di Milano e della Cassazione.
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Affidamento e collocamento
Per comprendere i limiti agli spostamenti, bisogna distinguere due concetti:
- Affidamento: Riguarda il dovere-potere di assumere decisioni fondamentali (scuola, salute, educazione). Di norma è condiviso.
- Collocamento: Indica presso quale genitore il figlio vive abitualmente.
Anche se un genitore è il "collocatario", non può decidere autonomamente di trasferire il figlio lontano. Il cambio di residenza è una decisione di "maggiore interesse" che, nell'affidamento condiviso, deve essere presa da entrambi i genitori.
La regola generale prevista dalla legislazione italiana è l'affidamento condiviso. Questo modello mira a garantire che entrambi i genitori mantengano una relazione significativa con i propri figli sia dal punto di vista educativo sia per le visite. In caso di separazione il Giudice si concentra principalmente sull'interesse del figlio tenendo conto di vari fattori, tra cui:
- Età del figlio: Le necessità di un neonato sono diverse da quelle di un adolescente. La giurisprudenza tende a riconoscere che i bambini più piccoli richiedono più stabilità e continuità nella routine.
- Capacità di adattamento: I genitori devono dimostrare la loro capacità di adattarsi alle nuove circostanze e di fornire un ambiente stabile e amorevole per il minore.
- Centro degli interessi: Il Giudice considera dove il minore ha vissuto principalmente, la sua scuola e le sue amicizie, per stabilire quale soluzione possa garantire una transizione più fluida.
Trasferimento e opposizione
Una situazione che può complicare ulteriormente le dinamiche familiari è il trasferimento di residenza.
Il trasferimento è considerato legittimo solo se esiste il consenso scritto dell'altro genitore o un provvedimento del Giudice.
Quando un genitore trasferisce la residenza con un figlio minore senza il consenso dell'altro, si verifica una violazione dei principi fondamentali in materia di affidamento, compiendo un atto illegittimo. Questa situazione è rilevante sia in caso di affido condiviso che esclusivo; in entrambi i casi, i genitori devono prendere decisioni congiunte riguardanti l'interesse del minore, inclusa la scelta della residenza abituale.
Il genitore non collocatario ha il diritto di opporsi a questo trasferimento se ritiene che possa nuocere alla relazione con il figlio o compromettere il suo benessere. In caso di opposizione è necessario presentare una richiesta di autorizzazione al Giudice del luogo di residenza abituale del bambino. Anche il genitore che desidera opporsi al trasferimento può presentare la propria istanza, motivando le ragioni del dissenso.
Il Tribunale dovrà valutare attentamente la situazione, privilegiando sempre l'interesse del minore. In questo processo, il Giudice ascolterà entrambi i genitori nella ricerca di una soluzione consensuale. Qualora non si raggiunga un accordo, il Giudice può nominare un esperto, come uno psicologo, per ascoltare il minore (di solito sopra i 12 anni) e redigere una relazione che indichi la soluzione più adeguata al caso.
In sintesi, il trasferimento della residenza del minore richiede un’attenta valutazione legale e il rispetto delle procedure per garantire il benessere del bambino.
Distanza massima
Non esiste in realtà una distanza massima al di là della quale il genitore non può trasferirsi. Esistono diversi casi in cui il Tribunale ha autorizzato il trasferimento del minore in caso di sussistenza degli elementi volti a garantire il benessere dello stesso. Il giudice, infatti, ha esclusivamente il dovere di valutare se sia più funzionale al preminente interesse della prole il collocamento presso l’uno o l’altro dei genitori, per quanto ciò incida negativamente sulla quotidianità dei rapporti con il genitore non collocatario.
Perdita dell'affidamento
Secondo l’indirizzo costante della Cassazione “Il giudice non ha il potere d’imporre all’uno o all’altro genitore di rinunziare a un progetto di trasferimento, che del resto corrisponde a un diritto fondamentale costituzionalmente garantito […] Nessuna norma impone di privare il genitore che intende trasferirsi, per questo solo fatto, dell’affido o del collocamento dei figli presso di sé ... in altri termini di fronte alle scelte insindacabili sulla propria residenza compiute dai genitori separati, i quali non perdono, per il solo fatto che intendono trasferire la propria residenza lontano da quella dell’altro coniuge, l’idoneità ad essere collocatari dei figli minori”.
La perdita dell'affidamento, quindi, non è automatica per il solo fatto che il genitore collocatario voglia trasferirsi con il minore. Si può perdere l’affidamento se uno dei genitori non rispetta le condizioni stabilite dal Giudice. Situazioni di abuso, negligenza o incapacità di fornire un ambiente sicuro e stimolante per il minore possono portare a una revisione dell'affidamento. In questi casi, il Tribunale avrà il compito di valutare la situazione e decidere in merito all'affidamento, sempre ponendo il benessere del bambino al primo posto.
Giurisprudenza
È importante notare che la giurisprudenza in materia di trasferimento di residenza dei minori evolve continuamente. Le decisioni dei Tribunali possono variare in base ai casi specifici e alle circostanze uniche di ciascuna famiglia. Ci sono casi in cui l’autorizzazione viene concessa in virtù del miglior interesse del minore e casi in cui, invece, viene negata allorquando il trasferimento non ha come fine il bambino, ma interessi egoistici del genitore che decide di trasferirsi.
Affrontare una separazione o una cessazione della convivenza è complesso, e il supporto di un avvocato di famiglia è fondamentale. Un professionista esperto può guidarti attraverso il processo legale, aiutandoti a comprendere i tuoi diritti e le tue responsabilità. L'avvocato può assisterti nella preparazione di documenti legali, nella negoziazione di accordi e, se necessario, nella rappresentanza in aula.
Considerazioni finali
La separazione e la cessazione della convivenza sono processi che richiedono una pianificazione attenta e un approccio sensibile. L’obiettivo principale deve essere sempre il benessere del minore. Affrontare con responsabilità il tema dell’affidamento condiviso, le implicazioni di un trasferimento di residenza e l’opposizione del genitore non collocatario contribuirà a garantire una transizione più serena per tutti i membri della famiglia.
Ricordati di rivolgerti a un avvocato di famiglia per ricevere assistenza legale e per proteggere i tuoi diritti e quelli dei tuoi figli. La consulenza di un esperto ti aiuterà a navigare attraverso questo difficile percorso, garantendo che ogni decisione presa rispetti le esigenze e gli interessi del tuo bambino.
Gestire un trasferimento richiede una strategia legale precisa. Sia che tu voglia trasferirti per una nuova opportunità lavorativa, sia che tu voglia impedire l'allontanamento di tuo figlio, il supporto di un avvocato esperto in separazioni e divorzi è essenziale.
Presso il nostro studio legale offriamo:
- Mediazione tra i genitori per raggiungere un accordo sul trasferimento.
- Ricorsi d'urgenza per il rientro del minore in caso di trasferimento illegittimo.
- Revisione dell'assegno di mantenimento e del calendario delle visite post-trasferimento.