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Come impugnare una sanzione disciplinare
Quando il datore di lavoro al termine del procedimento disciplinare decide di comminare una sanzione, il lavoratore che ritiene tale provvedimento ingiusto ha la possibilità di impugnarlo secondo due diverse modalità previste dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori che prevede la scelta tra la causa davanti all’autorità giudiziaria ovvero la costituzione di un collegio di conciliazione ed arbitrato.
Procedimento dinanzi al Giudice del Lavoro
La prima possibilità offerta dalla legge per contrastare una sanzione disciplinare che si ritiene ingiusta, gravosa o anche eccedente il principio di proporzionalità tra i fatti e la sanzione stessa, è l’impugnativa innanzi al Giudice del Lavoro, si tratta di un vero e proprio ricorso da depositare presso il Tribunale competente e nel quale indicare tutti i fatti occorsi, i motivi di impugnazione quali la violazione della procedura, la sproporzione della sanzione, l’illegittimità della stessa e produrre documenti a favore nonché indicare testimoni da essere sentiti sui fatti.
Adire il Giudice del Lavoro non consente di sospendere gli effetti della sanzione disciplinare, ma consente di impugnare l’eventuale sentenza sfavorevole seguendo tutti i gradi di giudizio consentiti.
Procedimento dinanzi al Collegio di Conciliazione
L’art. 7 dello Statuto dei lavoratori prevede testualmente che: “Il lavoratore al quale sia stata applicata una sanzione disciplinare può promuovere, nei venti giorni successivi, anche a mezzo dell’associazione alla quale sia iscritto ovvero conferisca mandato, la costituzione, tramite l’ufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione, di un collegio di conciliazione ed arbitrato, composto da un rappresentante di ciascuna delle parti e da un terzo membro scelto di comune accordo o, in difetto di accordo, nominato dal direttore dell’ufficio del lavoro”.
Nel caso in cui il lavoratore scelga questa opzione deve sì rispettare i soli 20 giorni, ma la sanzione disciplinare rimane sospesa fino a quando il collegio così composto non si pronuncia.
In più si osserva come nel caso in cui il datore di lavoro non provveda entro dieci giorni a nominare un proprio rappresentante presso il collegio, la sanzione disciplinare non ha effetto.
Quale procedura scegliere?
Ci si chiede quale sia la procedura migliore da scegliere per contestare una sanzione disciplinare. Ovviamente la risposta dipende dalle circostanze concrete che devono essere esaminate unitamente al cliente ed agli elementi che si possiedono. Si tenga presente che il datore di lavoro potrebbe non aderire alla richiesta fatta di costituzione di un collegio arbitrale o di conciliazione, così come potrebbe non indicare il proprio membro al Collegio di conciliazione. Nel primo caso il datore di lavoro deve attivare la richiesta di convocazione presso la Commissione di conciliazione, nel secondo, come visto, la sanzione non ha effetto. Se il datore di lavoro si rivolge al Giudice del Lavoro la sanzione disciplinare rimane sospesa fino alla definizione del giudizio.
Se hai ricevuto una sanzione disciplinare e ritieni vi siano gli estremi per impugnarla, mettiti in contatto con lo studio quanto prima per verificare la procedura da applicare per contrastarla.