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Quando si può licenziare un lavoratore senza preavviso


È possibile essere licenziati dal datore di lavoro dall’oggi al domani?

Prima di poter rispondere alla domanda è necessario esaminare in quali casi un lavoratore può essere licenziato e se vi sono degli obblighi da parte del datore di lavoro.

Preavviso: cos’è e come si calcola

Prima di poter licenziare un lavoratore, salvo che non si presentino gravi motivi, il datore di lavoro deve concedere al lavoratore un certo tempo in modo da consentire allo stesso di cercare un nuovo posto di lavoro e continuare contestualmente a percepire lo stipendio. Si tratta del cosiddetto preavviso di licenziamento. Durante tale periodo il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore continua secondo quanto stabilito dal contratto inizialmente sottoscritto. Per capire quanto tempo deve durare il preavviso è necessario fare riferimento ai contratti collettivi di lavoro e varia in base alla durata del rapporto di lavoro.

Nel caso in cui il datore di lavoro non voglia concedere il periodo di preavviso, che deve essere comunicato unitamente alla lettera di licenziamento, dovrà pagare l’indennità sostitutiva di preavviso: una somma uguale a quella che il lavoratore avrebbe percepito se gli fosse stato concesso il preavviso oltre ai ratei di tredicesima e quattordicesima maturati nel periodo tra la data del licenziamento e quella in cui si dovrebbe risolvere il rapporto di lavoro.

In teoria la legge prevede che la mancanza di preavviso debba trovare il consenso del lavoratore. In pratica la Giurisprudenza, intrattenutasi in merito, ha osservato che il consenso non necessariamente deve essere esplicito, ma può desumersi anche da comportamenti concludenti, nonché che il datore di lavoro è dispensato dal preavviso qualora unitamente al licenziamento senza preavviso eroghi anche l’indennità relativa.

Licenziamento durante il periodo di prova

Un’ipotesi di licenziamento che non prevede l’obbligo del preavviso si ravvisa nel licenziamento intimato durante il periodo di prova. Il periodo di prova è notoriamente un periodo di tempo durante il quale sia il datore di lavoro sia il lavoratore verificano se il lavoro offerto e la prestazione resa sono conformi alle aspettative. In tale periodo di tempo sia il prestatore che il datore di lavoro possono recedere dal contratto di prova senza dover giustificare la propria decisione. Se il lavoratore viene dispensato dall’eseguire il lavoro che era stato affidato, nulla potrà ricevere in cambio per il dissenso espresso dal datore di lavoro.

In alcuni casi, però, i Giudici hanno ritenuto illegittimo il licenziamento comminato durante il periodo di prova se il tempo intercorso tra l’inizio del lavoro e il licenziamento è stato talmente breve da non consentire al datore di lavoro una valutazione della prestazione di lavoro eseguita.

Occorre prestare molta attenzione in caso di licenziamento durante il periodo di prova e verificare se il recesso sia legittimo o meno. Un avvocato esperto di diritto del lavoro saprà consigliare il proprio cliente sulla strategia da applicare in questi casi.

Licenziamento in tronco

Al di là dell’ipotesi ora vista del licenziamento durante il periodo di prova, vi sono casi in cui la prosecuzione del rapporto di lavoro non risulta possibile neppure per un giorno in più a causa del comportamento assunto da parte del lavoratore. Il datore di lavoro può licenziare per giusta causa un proprio dipendente, senza alcun preavviso e senza dover riconoscere alcun periodo di tempo per consentire al lavoratore di trovare un’altra occupazione.

Se si versa in un’ipotesi come questa, il datore di lavoro dovrà formalizzare la contestazione disciplinare al proprio dipendente motivando la gravità della condotta dello stesso. Consentire al dipendente di replicare alle contestazioni con le proprie giustificazioni fatte per iscritto ovvero con richiesta di essere ascoltato e, decorsi 5 giorni da ciò, consegnare la lettera di licenziamento al dipendente indicando le motivazioni che hanno portato a tale decisione.

Il lavoratore, nel caso in cui non ritenga vi sia una giusta causa o che le contestazioni a lui mosse siano del tutto insussistenti, potrà impugnare il licenziamento nelle competenti sedi.